Hot2Home Fries, la rivoluzione nell’home delivery
L’emergenza sanitaria, che non accenna a rallentare, ha sferrato un duro colpo anche all’economia e il settore della ristorazione è stato tra quelli che maggiormente ne hanno risentito. Solo grazie all’inventiva dei ristoratori e alla risposta immediata della clientela, si sono trovate fin da subito strategie di mercato e di vendita alternative decisamente vincenti, che hanno consentito al settore di mantenere l’attività in salute quanto basta. Si tratta del take away e del delivery, di cui ci siamo ampiamente occupati.
Asporto e consegna, per dirla all’italiana, sono i concetti dietro i quali si cela l’amore per il cibo e la voglia di ripartire. Ma, e questo vale per ogni cibo da asporto o consegnato, si corre il rischio di acquistare o prenotare pietanze che possono arrivare non proprio al meglio della loro condizione. Se alcune possono tranquillamente essere scaldate, c’è un cibo che non ammette raffreddamento: si tratta delle patatine fritte. Una volta fredde diventano infatti troppo morbide, se non proprio mosce, e riscaldarle non fa altro che aumentare questo difetto.
Ci vorrebbe proprio un’invenzione che mantiene le patatine calde fino al momento in cui non saranno consegnate e quindi consumate. Sogno? No, è realtà, si tratta della nuova frontiera delle patatine per home delivery.
Hot2Home Fries: la nuova rivoluzione dell’home delivery
Come dicevamo, il settore della ristorazione ha dovuto gioco forza rinnovarsi per poter restare in piedi in un momento tanto particolare e delicato come quello che stiamo vivendo.
L’asporto, cioè l’acquisto presso il punto di vendita per portare a casa le pietanze, e il delivery, cioè la consegna presso il proprio domicilio, stanno permettendo concretamente ai locali di rimanere aperti. Tuttavia si tratta sempre di cibo, e la regola numero uno nella ristorazione è accontentare un cliente. Che gusto ci sarebbe infatti nell’acquistare una pietanza e portarla a casa, o farsela consegnare, per poi mangiarla fredda e “moscia”?
Questo vale soprattutto per quei cibi come le patatine fritte, e in generale per tutti quegli alimenti che possono sfruttare questa catena virtuosa di consegne. In pratica l’home delivery punta a delocalizzare, inserendo le pietanze da asporto in una logistica che ne mantenga al massimo gusto e proprietà. Poiché le patatine fritte rappresentano uno dei piatti più gettonati, era necessario trovare una soluzione mirata, e la soluzione è arrivata da chi di patate se ne intende. Di cosa si tratta?
Hot2Home Fries, la nuova formula delle patatine
Lambweston si occupa esclusivamente di patate. La ricerca di questa azienda dinamica e attentissima agli standard di qualità e salute ha “sfornato” la ricetta ideale per la patatina fritta da asporto. Sono le Hot2Home Fries, che puntano ad arrivare dalla cucina del locale a quella di casa conservando il massimo delle qualità. Queste patatine dunque sono progettate per mantenere inalterate due delle caratteristiche che le contraddistinguono: l’essere calde e croccanti.
Ma qual è il segreto? Semplice: si rivestono le patatine di amido, alimento sempre naturale, in quantità pari quasi al 10% del loro peso. È come se fossero dotate di una corazza, o di un rivestimento, che fa in modo che le patatine restino praticamente come uscite dalla padella per ben 20 minuti.
Chi frigge sa benissimo quanto i piatti caldi tendano a freddarsi e a perdere croccantezza. Con questa formula, invece, le patatine possono essere consegnate ancora come appena fritte. Naturalmente ci sono tanti modi per cuocere le patate, e qui puoi prendere spunto consultando il nostro ricettario.
Il primo passo: la frittura
Ricapitolando, il primo passaggio di questo rivoluzionario metodo resta sempre la base: la frittura.
Le patatine, o ‘Hot2Home Fries‘ sono prefritte e poi surgelate. Vengono preparate con ingredienti scelti e di primissima qualità, requisito indispensabile per ogni piatto. Sono quindi fritte nella classica friggitrice, in genere per pochi minuti (massimo 3) ad una temperatura di circa 180 °C.
Anche se demonizzata dagli igienisti alimentari, la frittura è il metodo di cottura più gustoso che ci sia e soprattutto, seguendo le giuste regole e non abusandone, affatto nociva come si crede. Per chi frigge in una cucina professionale, esiste un vero e proprio manifesto redatto da Goodfries.eu, che puoi trovare qui: le regole per patatine d’oro.
Le patatine in ogni caso si possono precuocere anche in forno, per un risultato più light, ed in questo caso andranno cotte a 200 °C per circa 10 minuti.
Il secondo passo: il contenitore
Se le patatine sono state preparate a regola d’arte, possono essere trasportate mantenendo inalterata la fragranza. Certo, se poi il contenitore le rovina, il procedimento rischia di rivelarsi inutile. Ecco perché l’altro aspetto importante dell’Hot2Home è appunto il mezzo. In genere si usano dei contenitori brevettati e detti “a camino“, che permettono al contenitore di eliminare l’umidità in eccesso, causa dell’ammorbidimento dei cibi. Il contenitore standard ha la forma di un cono e presenta delle piccolissime aperture sui lati, proprio per favorire l’uscita dell’aria calda ed umida.
Se vuoi qualche idea su cosa abbinare alle patatine fritte per una cena squisita ti proponiamo gli anelli di cipolla.
Forse non tutti sanno che: 10 curiosità sulle patatine
Le patatine fritte sono forse uno dei cibi più consumati e gettonati, e piacciono davvero a tutti, sia grandi sia piccini.
Si crede di sapere tutto sulle patatine, o forse si pensa che non ci sia al contrario molto da dire su questo alimento.
Invece vogliamo presentarti 10 curiosità in giro per il mondo che forse non sapevi.
1. In America sono vendute come verdura fresca
Chiameresti verdura fresca le patatine congelate? Ebbene, negli Stati Uniti lo fanno. Le patatine surgelate si trovano nel reparto suddetto e vengono vendute in busta, esattamente come si fa per pomodori e cetrioli. Le patate, alimento nutrizionalmente eccellente, sono una fonte nobile di potassio e di vitamine del gruppo B, in particolare B6.
2. Nelle Filippine si condiscono così!
Cosa metteresti sulle patatine per gustarle al meglio? Certo, una salsa è l’ideale. Infatti nelle Filippine le patatine fritte si mangiano coperte di salsa, ma al gusto di banana!
3. Nei fast food si preparano così
Nelle catene di fast food si preparano montagne di patatine fritte. Da McDonald, per esempio, quando si prepara una porzione di patatine fritte vale la regola del 7.
Sono 7 infatti gli ingredienti usati: le patate, l’olio vegetale, l’acido citrico e quello pirofosfato di sodio, e infine sale, destrosio e aromatizzante alla carne. De gustibus non disputandum est!
4. In Inghilterra si chiamano chips
Nel Regno Unito, per via del motto “Paese che vai usanza che trovi”, le patatine innanzitutto si chiamano “chips“. La forma è diversa da quella a cui siamo abituati, essendo più tondeggiante e a forma di quarto di luna. Sono alla base di ricette tipiche come il famoso Chips&fish della tradizione britannica, in cui le patatine accompagnano il filetto di merluzzo fritto e si possono gustare come street food. Il gusto delle chips è sempre squisito, soprattutto condite con salse prelibate come quelle che ti presentiamo qui.
5. In Oriente si fa a gara per mangiarle
Ci spostiamo adesso in Oriente, e precisamente in Giappone, dove da qualche tempo è nata la moda dei “Potato Parties“, cioè delle feste a base di patate. Cosa si fa in queste feste? Si mangiano patatine naturalmente. Tutti gli studenti si riuniscono e fanno a gara a chi consuma più patatine nella stessa serata.
6. Il Guiness dei primati per il piatto più grande
448 chilogrammi: a questo ammonta il peso del piatto di patatine fritte più grande del mondo. Non a caso quel piatto è entrato di diritto nel Guiness dei primati! Chissà se vi avranno abbinato una bevanda per aiutare la digestione. Sul catalogo Fine Food Group puoi trovare una selezione di bevande perfette per accompagnare le patatine.
7. Cosa c’entra la forza di gravità?
Eccoci alla settima curiosità. Ma cosa c’entra la forza di gravità con le patatine fritte? Ebbene, è stato dimostrato che quando la gravità è maggiore, la cottura delle patatine fritte ne beneficia. Poco adatte quindi a viaggiare nello spazio nelle missioni intergalattiche: agli astronauti riserviamo pillole di patatine fritte 🙂
8. Le patate si coltivano su Marte!
Ma patate e spazio hanno comunque qualcosa in comune! Infatti, poiché si parla spesso del problema del sovraffollamento della Terra e delle possibili difficoltà di approvvigionarsi in futuro, alla Nasa stanno pensando ad una soluzione. L’idea è quella di coltivare le patate nello spazio. Tutto è nato per poter dare gli astronauti impegnati in missione per diversi mesi un alimento nutriente. Pare che il progetto – iniziato nel 1995 – stia andando talmente bene che oggi, in un laboratorio situato in Perù, si coltiva la patata in ambienti che ricreano le stesse condizioni del pianeta Marte.
9. La Vodka si fa con le patate
Non tutti sanno che la Vodka si fa con le patate. Chiariamo bene questo punto: precisamente è la polpa di patata che rientra tra gli ingredienti a partire poi dai quali si realizza la vodka. La vodka nacque nel 1400 nell’Europa dell’Est, e per produrre questo superalcolico veniva impiegata proprio la patata.
10. La storia dei capelli di Maria Antonietta
Eccoci all’ultima curiosità sulle patate. Siamo in Francia, alla corte di Maria Antonietta. L’eccentrica regina adornava i propri capelli, o meglio le proprie parrucche, con i fiori delle patate, obbligando le sue cortigiane a fare lo stesso.
Un po’ di storia: da dove arrivano le patate?
Oltre alle tante curiosità su questo alimento davvero universale, è importante anche raccontarne la storia.
Tutti sanno che la patata è stata importata in Europa dall’America del Sud, e infatti originariamente veniva coltivata proprio lì: in Perù ed in Messico.
In particolare i Maya e gli Aztechi ne riconoscevano già i grandi benefici. Ma, a differenza di quanto si potrebbe credere, non fu Cristoforo Colombo a farci dono di questo tubero, bensì lo spagnolo Pizarro. Era il XVI secolo, e Pizarro con i suoi uomini si imbatté nella “papa” (così veniva chiamata) sulle Ande. Sembra che il gusto di quel tubero fosse simile a quello della castagna, o almeno così ci raccontano le cronache. Importata dunque in Europa, per molto tempo è stata considerata al pari di una curiosità botanica. Non avendo immaginato che andasse cotta infatti, assaggiata cruda era sembrata, al gusto già raffinato degli europei, giustamente disgustosa!
Se oggi la conosciamo e la apprezziamo per quella che è, lo dobbiamo invece ai monaci Carmelitani. Nella seconda metà del 1500 i monaci cominciarono a coltivare la patata, e tra i consigli che davano sul modo di consumarla c’erano quello di farla a fette, in tegame o fritte.
Perché la patata era considerata velenosa?
Tra le cronache del tempo ci sono delle notizie che parlano di tossicità della patata. Ma com’è possibile questo?
L’errore deriva dal fatto che molte persone, per ignoranza, consumavano le foglie delle patate, o peggio i frutti che in effetti sono velenosi, in quanto contengono la solanina, una sostanza effettivamente tossica.
Il lavoro dei monaci Carmelitani fu importante anche per questo, perché spiegarono non solo come coltivare il tubero, ma soprattutto quale parte mangiare e come cucinarla.
La patata salvò gli Irlandesi dalla carestia del 1663
A ridare lustro alla patata fu un evento drammatico. Era il 1663, e l’Irlanda fu devastata da una terribile carestia. Fu in quel periodo storico che si cominciò a mangiare patate per sopravvivere alla fame, e fu proprio questo che salvò il popolo irlandese dalla decimazione.
Di carestia in carestia si arriva in Francia
Un’altra brutta carestia colpì un altro Paese europeo, e precisamente la Francia di Luigi XVI. Qui, nel 1785, il Paese fu messo in ginocchio dalla scarsità di cibo. Lungimirante fu in tal senso il Re, che impose la coltivazione della patata ai contadini sperando di salvare così il suo popolo. Il popolo stesso però era restio davanti ad un alimento ancora poco noto. Così il Re inventò un piccolo trucco per diffondere la patata. Fece piantare la patata allo “Champ de Mart“, in un orto sorvegliato dai militari. Fece quindi circolare la voce che li si coltivava un alimento preziosissimo che nessuno era autorizzato a toccare tranne il Re. Com’è facile intuire, nel giro di poco tempo tutti vollero provare quella prelibatezza, e così la patata si diffuse definitivamente.
Quante calorie ha la patata?
A ben vedere fu un arricchimento l’introduzione della patata nella nostra alimentazione, anche perché questo tubero nasconde delle proprietà preziosissime.
Innanzitutto è meno calorico della pasta, poiché per un etto di prodotto le calorie sviluppate sono 80 contro 346.
In secondo luogo contiene sali minerali fondamentali per i muscoli e per la corretta comunicazione tra le cellule cerebrali. Stiamo parlando di potassio, magnesio e vitamine del gruppo B.
Come riconoscere e conservare le patate?
Un suggerimento sulla consumazione delle patate e sui metodi ideali per cucinarla viene dalla sua stessa natura.
Esistono fondamentalmente due varietà di patate: quelle a pasta gialla e quelle a pasta bianca.
Le patate a pasta gialla sono più sode, e sono proprio quelle che rendono meglio se fritte. Le patate a pasta bianca invece sono più farinose, e si apprezzano meglio se fatte a purè o usate per le crocchette.
Per la conservazione invece la qualità non fa differenza. La patata va conservata rigorosamente al buio, per prevenire la formazione degli ‘occhi’, cioè dei nuovi getti. L’ambiente deve essere fresco e privo di umidità.
Chi ha inventato le patatine fritte?
Veniamo adesso alla domanda delle domande. Chi ha inventato le patatine fritte? Abbiamo visto che i monaci Carmelitani suggerivano di friggere le patate, ma le “frites“ come le conosciamo oggi sono un’invenzione della quale diversi paesi reclamano la paternità.
In particolare la diatriba si svolge tra la Francia e il Belgio, perché entrambi i popoli affermano di aver inventato la cottura in frittura delle patate fatte a bastoncino.
A sostegno della propria ipotesi, i belgi hanno tirato fuori un documento datato 1781. In questo documento si narra che in quell’epoca in Belgio si friggevano i pesciolini. Poiché d’inverno i fiumi gelavano, in quel periodo si usava la stessa tecnica sostituendo però i pesciolini con le patate, tagliate con la stessa forma.
I francesi hanno risposto tirando in ballo la stessa Rivoluzione Francese del 1789. Secondo questa versione, il medico Antoine Parmentier suggerì al Re di incentivare la consumazione delle patate, anche fritte, contro la carestia (in effetti fu lui a suggerire lo stratagemma della coltivazione nello Champ de Mart).
Il Friet Museum: il museo della patata è in Belgio
A prescindere da chi le abbia inventate, le patatine richiedono delle regole d’oro per poter essere preparate, come abbiamo già accennato rimandandoti al manifesto per la cottura qui.
La versione belga comunque ad oggi è la più accreditata, non fosse altro per la presenza di un museo dedicato alla patata che si trova proprio in questo Paese.
Stiamo parlando del Frietmuseum di Bruges, in cui si può scoprire tutto sulle patate, dalla loro storia alle famose ‘frites’ del 1700. Naturalmente in questo museo si possono anche assaggiare le tante prelibatezze preparate con le deliziose patate.