Cucina americana: piatti tipici e ricette made in USA
Nella cucina americana c’è il mondo
Gli Stati Uniti d’America, si sa, sono un paese tanto gigantesco quanto “aereo”, privo cioè delle radici costituite dalla storia, che si perde nei millenni, delle civiltà asiatiche, europee o dell’America del Sud. Tuttavia, l’identità culturale statunitense è una delle più impattanti e riconoscibili, e permea la vita di gran parte degli esseri umani su tutto il pianeta.
Forse sarà perché le usanze, i costumi, lo stile di vita americano entra nelle case di tutti noi attraverso il cinema, sta di fatto che sono davvero poche le persone che possono definirsi non influenzate dall’American Way of Life.
Questo naturalmente riguarda largamente anche le abitudini culinarie.
In Italia il giorno del ringraziamento è una festività che nemmeno esiste, eppure chi non conosce il piatto tradizionale legato a questa ricorrenza? Tutti sappiamo che nel “Thanksgiving day” si cucina il tacchino ripieno. Lo abbiamo visto bruciare in centinaia di pellicole!
Quante scene di barbecue in giardino abbiamo visto tutti, nei film di Hollywood, nelle serie tv, e naturalmente in tantissima narrativa?
E quanti di noi, con figli ancora piccoli, non festeggiano il 31 ottobre con dolcetti e zucche, anche se Halloween è una ricorrenza assolutamente made in USA?
Se siamo tutti un po’ americani, è anche vero che gli americani sono un popolo che si è formato sulle influenze di tutte le culture europee che, da quel famoso 1492 in cui il buon Cristoforo sbarcò sulla nuova terra credendo si trattasse delle Indie, hanno colonizzato, pezzo per pezzo, l’enorme territorio vergine. Francesi, spagnoli, olandesi, inglesi, hanno portato con loro tradizioni e cultura, anche in cucina.
Ma la terra americana, come sappiamo, non era disabitata.
La cultura dei nativi americani, fondendosi con quella importata dagli europei colonizzatori, ha dato vita a usanze alimentari che si sono imposte in tutto il mondo. Parliamo ad esempio della patata.
Il tubero era sconosciuto in Europa. Eppure oggi, il termine “kartoffel” è usato in modo burlesco per definire il popolo tedesco (mangiapatate) e non c’è un paese al mondo che non consumi patate.
Stessa cosa è accaduta con il pomodoro. L’ortaggio che più associamo alla cultura alimentare del mediterraneo, è in effetti originario delle terre d’oltreoceano.
La storia della cultura americana è assolutamente definita dalla contaminazione. Gli italiani, gli irlandesi, e naturalmente gli afro-americani, che sono arrivati nel corso dei secoli, hanno mescolato in profondità le loro tradizioni gastronomiche con quelle del grande paese che li ha “accolti”.
American style: non solo burger
Oggi, alcuni piatti che si consumano largamente negli Usa, sono diventati un must anche da noi, con estimatori affezionati, intenditori, fans sfegatati.
Come non apprezzare, di tanto in tanto, un panino con hamburger e patatine, ketchup, senape e maionese per condimento e una buona birra fresca per annaffiare il tutto?
Le grandi catene come McDonald o Burger King hanno fatto da apripista, ma oggi la tendenza ha fatto molta strada.
Come insegna la cucina italiana, per cui il fattore qualità è sempre indispensabile, anche un hamburger può essere gourmet! Cambia il taglio della carne, la frollatura, il tipo di carne e talvolta può essere perfino meat-free, per andare incontro alle esigenze di vegani e vegetariani.
Lo stile gastronomico americano tende ad essere ipercalorico, questo non si può negare. Ma, come insegnano gli antichi, gustare cum grano salis le specialità della cucina americana si può.
Non faremo quindi come il temerario Morgan Spurlock che per girare il suo documentario-denuncia “Supersize me”, si è nutrito esclusivamente nei fast food per 30 giorni, registrando una serie di reazioni negative del suo organismo tra cui un impressionante incremento di peso. Non considereremo la cucina americana per quegli aspetti che gli hanno guadagnato la nefasta fama di “junk food”, il tremendo cibo-spazzatura responsabile di obesità e malattie cardiovascolari. No!
Noi ci soffermeremo sul gusto, sull’allegria e perfino sui valori nutrizionali che la cucina americana porta sulle nostre tavole, quando si sappia calibrare la quantità con la qualità.
Per questo, è maggiormente importante rivolgersi, nell’approvvigionamento della materia prima, ad aziende come Fine Food Group! Un’azienda che mette al centro del proprio lavoro di ricerca, per la produzione, l’importazione e la distribuzione in Italia di alimentazione specializzata nello stile americano, tex mex e messicano, il principio della qualità.
Nella cucina americana, mettiamo a fuoco tre specifiche macro-aree:
- la carne, sempre apprezzatissima, non solo nel già citato piatto simbolo, il burger;
- le patate, che a buon diritto essendo native americane proprio come gli Apaches, trovano sempre posto sulle mense statunitensi;
- i dolci, che a dispetto di sfogliatelle e babà di casa nostra, hanno conquistato un posto ben preciso nel gusto dei golosi di tutto il mondo.
La carne di maiale nella cucina americana
Di manzo, di maiale, di tacchino, di pollo, la carne in Usa è immancabile nei pasti, che siano “fast” o cerimoniali.
L’americano tipico, ce lo immaginiamo nelle strade della city che, imboccando rapido una rampa di Underground, tra un marciapiede e l’altro, o fermando al volo un “yellow cab”, si fa preparare un veloce hot dog, stracolmo di ketchup e senape.
Il famosissimo “cane bollente” altro non è che un lungo würstel impacchettato da un panino che lo contiene a stento e farcito secondo il proprio gusto con le immancabili salse.
Una variante meno celebre dell’hot dog è il corn dog, un altro tipico street food americano. In questo caso, il würstel, infilzato su uno stecco, è ricoperto da una spessa pastella di mais, fritto e servito caldo.
Le costolette di maiale sono un’altra delle pietanze più apprezzate e diffuse in terra yankee.
Come carne di maiale, la cucina americana fa largo uso anche di bacon, come vuole la tradizione anglosassone che esige croccanti fettine di bacon per il breakfast o, meglio ancora, per il brunch.
L’invenzione del pasto domenicale a cavallo tra una tarda colazione e un pranzo anticipato (il termine brunch nasce dalla contrazione della parola breakfast=colazione con la parola lunch=pranzo) ha incontrato un grande successo un po’ dovunque.
La saporitissima fettina di bacon, insieme a uova, spremuta d’arancia, formaggio e pane nero, è un goloso appuntamento del weekend.
Aggiunto tra i vari strati di un burger, il bacon garantisce il gusto, soprattutto se bilanciato da fettine di fresco pomodoro o cetriolini.
Una modalità tutta americana di preparare il maiale è quella del pulled pork. In questa pietanza, che diventa ingrediente per insalate, piatti misti con verdure, ripieno di wrap o di deliziosi bun, la carne del porco viene cotta molto a lungo, a bassa temperatura, bagnata con spezie e resa così morbida da poter essere sfilacciata con grande facilità.
La carne, già saporita del maiale, prende in questo modo un gusto eccezionale, non solo per la sua soffice consistenza, ma anche per i succhi della carne stessa che la cottura “extra slow” non ha disperso.
Questa tecnica di cottura è stata applicata anche alla carne di pollo e di salmone.
La carne di pollo nella cucina americana
Il pulled chicken, benché meno saporito del pork, è un ottimo ingrediente nelle insalate, come la Caesar salad, la famosa insalata con crostini di pane condita dall’omonima salsa, fatta con formaggio e capperi.
La Caesar Dressing, come la salsa BBQ, sono alcune delle numerose salse che accompagnano immancabilmente le pietanze americane.
Oltre ai soliti celeberrimi ketchup e maionese, tipicamente americane sono le salse come:
- la 1000 Island, una salsa simile alla cocktail ma con aggiunta di spezie;
- la Blue cheese, a base di gorgonzola;
- la Honey Mustard, un’agrodolce a base di miele e mostarda;
- la Cheddar cheese, una salsa densa ottenuta da vero formaggio cheddar fuso.
La larga abitudine all’utilizzo rende queste salse praticamente trasversali lungo tutta la cucina americana. Accompagneranno ogni insalata, ogni burger, saranno servite insieme ai numerosi piatti fritti, di cui il re incontrastato è il pollo.
Il Chicken Fried è uno dei piatti più conosciuti della gastronomia americana. Proposto da tutte le catene di fast food, il pollo fritto è una ricetta che gli States ha ereditato dalla cultura africana.
L’usanza di cuocere il pollo in olio bollente, infatti, deriva dagli schiavi africani, che hanno riproposto la tradizione del loro paese d’origine.
Southern chicken fried infatti è proprio il nome originale del piatto, diffuso negli stati del Sud dove la schiavitù ha resistito più a lungo.
Non meno rinomate, le alette di pollo sono un altro must della cucina americana e tex-mex.
Un modo moderno di offrire il pollo, certamente amatissimo dai bambini, è quello di servirlo a forma di “nugget”. Polposi bocconcini di petto di pollo impanato e fritto, facile da mangiare e da tuffare nelle immancabili salse.
Per la sua versatilità, il pollo è usatissimo in tante ricette di appetizer.
Il concetto di appetizer, un bocconcino gustoso a base di carne, verdura, formaggio, spopola oramai in tutto il mondo, incontrando soprattutto il gusto dei giovani, che li consumano volentieri all’happy hour con una buona birra.
L’appetizer, insieme al finger food, si può definire una sorta di derivato della tendenza americana e soprattutto tex mex di street food.
Infatti moltissimi appetizer di successo sono realizzati con gli ingredienti più usati da questa tradizione culinaria: peperoncini, anelli di cipolle in pastella, formaggio, pollo.
La carne di manzo nella cucina americana
In USA un posto a sé è occupato da una specialità unica, dalle origini antiche, amatissima e ricercata: è il pastrami.
Preparato in genere con la parte del manzo chiamata brisket, il pastrami subisce prima un lungo processo di salamoia, poi una cottura al vapore e poi viene insaporita con numerose spezie che restano a formare una sorta di guscio intorno alla carne, dal tipico colore rosa.
All’influenza della cucina ebrea si deve anche l’inserimento nelle abitudini alimentari degli americani dei bagels, i famosi panini col buco in mezzo, particolarmente soffici e leggeri. Spesso ricoperti di semi o anche semplici, i bagels sono ormai diffusi ovunque.
Tornando alla carne, quella di manzo è alla base della preparazione del vero protagonista indiscusso della gastronomia americana: l’hamburger.
Benché servito anche al piatto, con contorno d’insalata, pomodoro e patatine fritte, l’hamburger trova la sua grande realizzazione come ingrediente imprescindibile del burger, un mitico panino che si declina in infinite tipologie. Il burger può raggiungere anche altezze vertiginose, quando i suoi strati si moltiplicano per contenere, oltre all’hamburger, formaggio, verdure, bacon, salse, pomodoro, foglie d’insalata, uovo, e via dicendo.
La tendenza recente ha dato libero sfogo alla creatività e non di rado i locali specializzati esibiscono nel menu, burger stratosferici con dentro di tutto, anche ingredienti insoliti o generalmente utilizzati in altro modo.
È il caso delle chips sbriciolate, o dell’hamburger contenuto da nidi di pasta o alvei di avocado anziché dal solito panino.
Ma per quanto avanti si spinga la creatività degli chef, la chiave del successo di un buon burger è l’hamburger, che deve essere necessariamente di qualità.
Con il pane giusto e il giusto “patty”, il burger resta sempre uno dei più appetitosi cibi che si possano gustare, spesso in modalità street food.
Oltre alle varianti con carne di pollo, per un gusto più delicato, l’hamburger può variare per la composizione dei tagli di carne, più o meno pregiati, come per gli hamburger della gamma Meat’o, composti da un blend di pregiati tagli di manzo, e gli hamburger di carne di Scottona; o per la frollatura della carne stessa, come per i Meat’o Dry Aged che oltre alla ricerca nei tagli della carne, aggiungono un processo particolare di frollatura in ambiente a temperatura, umidità e ricircolo dell’aria controllati.
Un prodotto unico nel suo genere è il Ciccio Burger, un marchio registrato Fine Food Group, che unisce all’elevata qualità della sua composizione, un’altezza extra rispetto agli altri hamburger sul mercato.
“Sua altezza Ciccio Burger” quindi, pur garantendo la famosa reazione di Maillard, che rende la crosticina della carne croccante e particolarmente gustosa, assicura anche una succosità eccezionale, che conferisce gusto e morbidezza alla carne.
La grammatura dell’hamburger è un altro parametro importante! Un hamburger può essere maxi, pesando oltre 300 grammi, per quelli che hanno proprio voglia di “ciccia”, o più minuto, per palati più parchi. La gamma di burger Hitburger e la Premium, rispondono a questa esigenza proponendo diversi pesi e formati.
Oggi la crescita di un mercato attento alla salute e alla sostenibilità ha reso necessario studiare prodotti nuovi, adatti ai regimi vegetariani e vegani, anche nel formato burger. Come il Beyond Burger o il Veggie burger, ottimi prodotti che possono sostituire il burger di carne senza avvilire il gusto.
Di carne o meat-free, il panino, accompagnato dalle patatine fritte, resta al top della classifica della cucina americana. Ma perché sia proprio american style, occhio al pane!
Quello giusto è il tipico bun, il panino morbido, tondo, meglio se di grande formato e cosparso di semi di sesamo.
Patate o American potatoes?
Il tubero più amato del mondo si cucina in mille modi praticamente sull’intero globo.
Ma è in terra americana che la patata ha avuto origine e fortuna. A buon diritto quindi oggi possiamo attribuire una categoria specifica alla patata definendola American.
Non parleremo di purea o di patate al forno con rosmarino della tradizione europea, non di Hasselback svedesi o di gateau, ma rigorosamente di patate dello stile american food.
La patatina americana ha conquistato il mondo, col suo gusto strepitoso una tira l’altra. Ma c’è ben di più della patatina a sfoglia fritta e impacchettata!
Oltre alla patatina fritta a stick, di varia lunghezza e corposità, con buccia o senza buccia, oggi l’offerta di american potatoes è ricca di proposte creative e succulente. Dalle patate aromatizzate alla cipolla e pepe nero, come le Onion Black Pepper Strips, a quelle dalle forme particolari come le Crisper, carnose patate “a cucchiaio” perfette da intingere nelle salse.
Per accompagnare le grigliate di carne in stile barbecue, oggi è molto di tendenza utilizzare la patata con la buccia, meglio se tagliata a tocchettoni in stile homemade.
Le Savoury Wedges Spicy Skin On sono pensate proprio per questo scopo, arricchite anche da deliziose spezie leggermente piccanti.
Un posto a parte merita la patata dolce, chiamata appunto patata americana, che ha conquistato negli ultimi anni i palati degli europei.
Servita fritta insieme a salse non aggressive, come maionese o Honey Mustard, oppure in contrasto con salse di carattere come la Black Pepper Ranch o la SweetChilli Sauce, la Sweet Potato è apprezzatissima anche dai bambini.
Sweet bakery e sontuosi dolci della cucina americana
Anche se l’americano tipo sfoggia immancabilmente un sorriso perfetto e smagliante, fin da quando l’arte tutta americana dell’advertising ha inventato la pubblicità rendendo “prodotto” qualsiasi cosa, gli americani sono un popolo di golosi. Con grande gioia dei dentisti!
Ma se di gola si deve peccare, allora è veramente il caso di rivolgersi alla pasticceria Made in USA!
Eredi della tradizione anglosassone, i dolci della cucina americana fanno largo uso di burro e cioccolato, come per i celeberrimi Brownie’s, dolcetti a base di cioccolato fondente, arricchiti anche da noci pecan, la tipica noce americana presente in diverse ricette della pasticceria statunitense.
I Brownie’s sono una via di mezzo tra un grosso biscotto semi-morbido e una vera e propria torta. Generalmente viene servito in quadrotti ed è possibile provare anche la versione gluten free, dato il basso contenuto di farina facilmente sostituibile con farine prive di glutine.
Brownie’s e panna sono invece gli ingredienti della Blackout Cheesecake, una delle tante torte multistrato che oltre a essere appaganti per la gola, lo sono in primis anche per gli occhi.
Come la Red velvet, una torta irresistibile anche per il suo aspetto: uno spettacolare pan di Spagna rosso carico, abbinato a una glassa di marshmallow e crème fraiche di smagliante biancore. Nel formato muffin, si può pregustare il delizioso impasto in due bocconi golosi!
Quattro sono gli strati della Carrot cake, dolce tipicamente americano, che bilancia il carattere dietetico dell’ortaggio arancione con la farcitura di ricca crema di cioccolato bianco.
Anche la Strawberry Cheesecake segue uno schema simile, mescolando fragole fresche e bellissime a cioccolato bianco, formaggio tipo Philadelphia e biscottini al burro; l’effetto amore istantaneo è assicurato!
Ma non tutti i dolci tipici della cucina americana sono così impattanti dal punto di vista scenografico!
È il caso della famosa New York Cheesecake, un dolce tutto sommato semplice che ha radici antiche. Utilizza biscotti sbriciolati e formaggio fresco come ingredienti di base, ma le varianti possono essere infinite.
Nella versione newyorkese, fatta con crema di latte e biscotti secchi tipo graham crackers, il dolce è offerto con guarnitura di frutti rossi ed è irresistibile.
Che dire della famosissima Apple Pie? La torta di mele della cucina americana è così tipica di questa tradizione da essere chiamata anche col nome di American Pie, ed è celebrata in infiniti racconti, film e canzoni (come American Pie di Don McLean degli anni 70, rifatta poi da Madonna).
La ricetta originale prevede l’uso di uova, ma l’Apple Pie è reperibile anche in versione vegana, senza uova.
Semplici e discreti, ma famosi e squisiti, ecco un altro dolce immancabile in tutta la letteratura relativa alla cucina americana: i pancakes.
Facili da preparare anche in casa, i pancakes negli Stati Uniti sono praticamente inseparabili dallo sciroppo d’acero e troneggiano in tutti i breakfast, in Europa non meno che oltreoceano.
Muffin e Donuts completano questa carrellata tra i dolci americani, uno dei settori in cui il “nuovo mondo” può senz’altro vantare una notevole quantità di contributi.
I Muffin, utilizzati anche per la preparazione di pietanze salate, hanno origini britanniche.
Nella versione americana, il muffin è lievitato, prendendo la caratteristica forma di un mini tortino. Ne esistono di infinite varietà e costituiscono anche la base dei Cupcake, un’invenzione che di recente ha conosciuto molta fortuna. Praticamente, un muffin farcito da “cappelli” fantasiosi, molto scenografici e in taluni casi quasi inverosimili per forme e colori.
Anche il Donuts si è prestato ad interpretazioni di chef fantasiosi che lo hanno proposto rivestito con glassature improbabili e golosissime.
La famosa ciambella resa celebre dai fast food dove è immancabile, è un dolce tipicamente americano fatto con farina Manitoba cucinato fritto; ne esistono di ripieni alle creme o ricoperti di glassa e altre guarnizioni, come il fantasioso donuts marshmallow, allegro e colorato.
La cucina americana di Little Italy e Chinatown
Le enormi quantità di immigrati italiani che nei primi del Novecento hanno messo piede negli States, hanno portato con loro ben poche cose, nelle famose valigie tenute insieme con lo spago.
Una delle cose più preziose e impagabili che i nostri antenati hanno riversato in terra americana è stata la sapienza culinaria.
Pane, panini, ciambelle, sfilatini, pasta e pizza si sono ambientati così bene da averne ormai diverse versioni più americane che italiane.
Del pane, in particolare di quello utilizzato per i burger, e delle varianti come i bagels, abbiamo già diffusamente parlato.
Forse fa un po’ male pensare che la pasta, uno dei cardini più fondanti della tradizione culinaria italiana, abbia una versione americana ormai famosissima e apprezzata a livello mondiale, come il Mac&Cheese, i maccheroni al formaggio filante.
O che il caffè, corto, nero, bollente, come impone la tradizione napoletana che ne vanta i natali, abbia un cugino americano altrettanto famoso e consumato dovunque, il caffè americano, lungo, leggero… e annacquato!
Una sorte simile è toccata alla cucina cinese, benché la struttura molto più chiusa della cultura orientale ne abbia meglio preservato l’identità.
Basti però pensare che la salsa ketchup, quanto di più americano possa venirci in mente, è originaria della Cina!
La storia di questa salsa è molto lunga e articolata, e la sua ricetta maneggiata da tanti popoli che dall’Oriente l’hanno finalmente fatta approdare in America.
La passione per le salse, di cui abbiamo diffusamente parlato in questo articolo, ha preso piede nella cucina americana, dando vita a molte ricette originali o a varianti altrettanto creative.
Le salse sono sempre presenti negli scaffali di tutti i negozi americani così come in tutte le pietanze.