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Cucina fusion: viaggiare a tavola

Una gastronomia che combina differenti tradizioni culinarie: è questa la definizione della cucina fusion che meglio ne rappresenta l’essenza e la finalità.

Più di una semplice commistione di gusti, più della mera contaminazione di nuovi prodotti: sperimentare questa tipologia di cucina è una vera esperienza di viaggio tra sapori e aromi tipici di diverse parti del mondo.

Colori e suggestioni della cucina fusion: l’interazione a tavola

Anche se il termine appare come un neologismo usato per indicare uno specifico (e nuovo) modo di preparare i piatti, la cucina fusion mira, in realtà, a unire e armonizzare elementi associati a differenti tradizioni gastronomiche e diverse aree geografiche ed è una pratica da sempre molto utilizzata.

Senza andare troppo lontano, in Italia esiste un gran numero di menu complessi che sono la derivazione di influenze da parte di culture straniere che nei secoli sono transitati nel nostro Paese: dai Greci agli Arabi, dai Normanni ai Francesi e Spagnoli, sono tantissimi i popoli che hanno lasciato il segno indelebile di ingredienti inediti e di nuove modalità di cottura.

Del resto tutta la cucina internazionale non è mai rimasta statica e immutabile, ma si è sempre adattata ai cambiamenti sociali, culturali ed economici: basta pensare all’evoluzione del cibo nel corso dei secoli per comprendere l’importanza di un’apertura (anche mentale) verso sapori tipici di altri luoghi.

Alla fine del secolo scorso, poi, la crescente globalizzazione ha accentuato la tendenza a sperimentare nuovi approcci gastronomici, già consolidati in latitudini distanti.
Tutto ciò ha creato terreno fertile per la crescita di un’idea di cucina combinata, che si afferma con sempre maggiore forza, anche per ricette di cui era quasi inimmaginabile una trasformazione negli ingredienti tradizionali.

Cucina fusion: tre tipologie

Una modalità di preparazione che spazia anche in campi diversi da quelli consolidati, in sostanza, propone menu o piatti riconducibili a più tradizioni culinarie: per questo, tecnicamente, è possibile individuare tre generi diversi di cucina fusion.

Un primo tipo, è rappresentato dalla cucina che letteralmente fonde stili culinari provenienti da varie culture, dando vita a nuove invenzioni: ne è un tipico esempio il mooshi, un piatto di ultimissima generazione che, partendo dalle origini nella tradizione campana della mozzarella di bufala, se inserita all’interno di un piatto esotico come il sushi giapponese, diventa qualcosa di mai assaggiato prima.

Un’altra tipologia di cucina fusion è quella più “commerciale”, legata alla ristorazione, che prende il nome dell’arte culinaria di un Paese e la trasferisce in un altro: per esempio, un ristorante italiano in America, che propone piatti della nostra tradizione rivisitati secondo il gusto più gradito dagli abitanti del Nuovo Continente, oppure i ristoranti etnici – africani e asiatici – in Europa, che adattano piatti tradizionalmente speziati e dal gusto esotico al palato della clientela del Paese ospitante.

Il terzo tipo, estremamente popolare e conosciuto, vede una cucina fusion che affianca ingredienti appartenenti ad aree geografiche differenti, associate nella creazione di una nuova tradizione: ne è un tipico esempio la cucina Tex-Mex, amatissima in ogni parte del globo perché ricca di sapori e aromi accattivanti che appartengono alle preparazioni tipiche dell’America centrale.
La commistione di gusti, in questo caso, non altera la purezza originaria degli ingredienti, limitandosi a unirne alcuni per creare pietanze nuove, comunque riconducibili a tradizioni locali consolidate.

Fusion food, un manifesto della trasformazione culturale

Il concetto di cucina fusion è tanto articolato quanto relativo, proprio perché riconducibile a esperienze anche molto diverse tra loro che, tuttavia, mantengono un elemento che le accomuna: la combinazione di usi e costumi culinari già consolidati.

In pratica, quindi, la cucina fusion non propone piatti completamente “nuovi” e nemmeno rappresenta solo un altro modo di proporre piatti già conosciuti: è, invece, un vero e proprio sistema, utilizzato per lasciar entrare nelle case la storia e le tradizioni di altri Paesi, abbinandole a quelle utilizzate di consueto.

La fusione, infatti, non mescola solo i sapori ma anche le idee e le tecniche, creando risultati insoliti e inaspettati, talvolta così originali da risultare azzardati.
E se gli integralisti delle ricette tradizionali potranno storcere il naso trovandosi davanti a veri e propri esperimenti, non c’è che da provare, trasformando questi ultimi in esperienze.

Le preparazioni fusion, infatti, non sono solo un mix di sapori, inglobati a caso in un piatto: al contrario, il loro valore aggiunto è l’armonia, unita alla capacità di regalare nuove delizie al palato.

Cose dell’altro mondo: le proposte di Fine Food Group

Secondo lo spirito fusion, tutti gli ingredienti, provenienti da ogni parte del nostro pianeta, possono essere utilizzati in combinazione tra loro: basta anche solo aggiungere delle spezie per far sì che il piatto acquisti una nuova identità.

Se, poi, si vuole compiere un ulteriore step e inoltrarsi nel terreno delle rivisitazioni, si può fare riferimento alle soluzioni offerte da Fine Food Group, la cui mission è, da sempre, la diffusione di prodotti gastronomici di tendenza.

Vediamo, quindi, come realizzare un menu che contenga una o più preparazioni di cucina fusion.

Aperitivi e antipasti

Sono un ottimo approccio alla cucina fusion, perché consentono di creare piccoli assaggi, non troppo impegnativi sia dal punto di vista della realizzazione sia da quello del risultato: come i mini taquitos messicani, da abbinare alla mozzarella e alle verdure mediterranee, per stemperarne il gusto speziato, oppure i bocconcini di melanzana accompagnati da una versatile sour cream, tipica della cucina Tex-Mex, ma anche di quella nord-europea.

Se si vuole unire la nostra tradizione a quella giapponese, i delicati spiedini yakitori acquisteranno ancora più carattere conditi con salsa verde di habanero e serviti con verdure fresche o cetriolini sottaceto.

Primi e piatti unici

Direttamente dalla cucina tradizionale giapponese, si può servire un piatto di soba, spaghetti di grano saraceno in perfetto stile fusion, scegliendo di condirlo con un mix di croccanti verdure mediterranee e cubetti di halloumi cheese o, per un tocco di carattere tipicamente americano, con white & red cheese mix, equilibrato mélange di formaggi bianchi e rossi.

Speciale e inedito? Il primo di mexican rice abbinato al gusto fumé del pulled chicken o dalla quota vegetariana di beyond meat sausage, l’ultima tendenza globale, la salsiccia che sa di carne ma non contiene carne, da tagliare a rondelle.

Per accostarsi ai sapori Tex-Mex, si può preparare un classico: il cuscus condito con verdure, pesce o carne e modificarne il gusto tipicamente mediterraneo accompagnandolo con una ciotolina di homestyle mexican sauce, la famosa”pico de gallo” a base di cipolle, pomodori a cubetti e peperoncino, da servire a parte, in modo da poter essere dosata a piacere.

Secondi e contorni

Quando si preparano secondi piatti in stile fusion, le opzioni disponibili diventano ancora più numerose, grazie alla semplicità con cui si può letteralmente trasformare il gusto “basico” di una pietanza, solamente aggiungendo una salsa piccante o speziata, oppure un condimento esotico.

Il fresco e raffinato tonno al sesamo, per esempio, unisce la tradizione delle nostre coste del Sud a quella giapponese, grazie all’aggiunta della salsa di soia alla marinatura e dei semi di sesamo nero alla panure.

Ancora, il curry indiano, acquista un gusto mediterraneo se preparato con i ceci, ma conserva le sue caratteristiche esotiche aggiungendo spezie a piacere e una punta inedita di salsa al mango.

E che dire dei deliziosi bocconcini di filetto di pollo o delle costolette di maiale?
Rendere esotici questi gustosi secondi è un attimo con poche gocce di salsa coconut lime o con un tocco di cremosa salsa 3 pepi.
Basterà aggiungere un contorno di patate americane per trasferirsi – corpo e anima – direttamente oltreoceano!

Spezie e dolci esotici: “prestiti etnici” e ardite variazioni sul tema

Cosa c’è di più immediato di un aroma per riportare alla mente un luogo, una situazione o un ricordo? Le spezie, aggiunte a qualsiasi piatto, fanno vivere sempre questa magia: non solo donano profumo, colore e sapore ai cibi, ma ne trasformano il carattere portandoli da un luogo all’altro del mondo, modificandone il gusto tradizionale e regalando al palato un’esperienza ogni volta diversa.

Ma perché non sperimentare nuove sensazioni attraverso note dolci e inedite? Tutti i dessert possono acquistare un gusto nuovo e diverso, variando il topping e, magari, azzardando nuovi abbinamenti con coulis alla frutta, anche salate, da versare generosamente sulle pietanze oppure sulla piccola pasticceria, alla maniera orientale.

In viaggio verso i nuovi orizzonti della cucina fusion

Nel nostro percorso all’interno del vasto mondo del fusion food, abbiamo affermato un concetto: il termine che indica questo genere di cucina non è sinonimo di arte culinaria alla moda ma è molto di più, perché indica un preciso stile di preparazione dei cibi.

Inoltre, portare a tavola piatti che presentano la caratteristica della fusione di tradizioni diverse costituisce la maniera più immediata per allargare i propri orizzonti nell’ambito della cultura gastronomica.

La filosofia fusion è ben presente nel catalogo prodotti di Fine Food Group, dove l’offerta è diretta alla realizzazione di menu creativi e originali.
Visitando le diverse sezioni si può spaziare tra le numerose proposte, scegliendo facilmente tutte quelle più adatte al proprio locale di ristorazione. La ricchezza dell’assortimento, in cui è possibile trovare materie prime originali come il Mesquite Liquid Smoke o l’Achiote, la pasta di ruggenti semi di annatto, la farina di mais Maseca o il raro Cuitlacoche, e tanti, tanti altri ingredienti difficili da reperire alle nostre latitudini, ma anche specialità tipiche d’oltreoceano come il fantastico pane alle patate di Martin o dessert unici come il Churro spagnolo, rendono Fine Food Group il partner indispensabile per lanciarsi nell’esperienza fusion.

E, per saperne di più o farsi consigliare per realizzare l’idea che frulla nella testa dello chef creativo, basta contattare info@finefoodgroup.com.