Mangiare vegetariano: perché e cosa scegliere
Una scelta sempre più diffusa
Mangiare vegetariano è una scelta che sempre più persone abbracciano. L’esigenza di eliminare la carne dalla propria dieta s’impone spesso in modo naturale, come una richiesta che nasce dal proprio corpo, oppure perché nasce da una volontà razionale di avere un diverso impatto sulla società.
Per alcuni è un dictat interiore legato alla non violenza, che porta verso la scelta di non uccidere un altro essere vivente per nutrirsi. Per altri, è una scelta che scaturisce soprattutto dalla consapevolezza che lo stile alimentare carnivoro non è più sostenibile economicamente ed ecologicamente.
Per altri ancora, queste motivazioni valgono entrambe, e si assommano all’idea che l’umanità abbia fatto abbastanza passi avanti nell’evoluzione per potersi oggi affrancare dalle abitudini tutto sommato “preistoriche”, dell’uomo cacciatore che si nutre delle sue prede.
Lo stile di vita molto sedentario, il comfort e il ridotto consumo del proprio pacchetto energetico dell’uomo occidentale non necessitano, secondo questa argomentazione di base, di un apporto nutrizionale tale da non poter essere soddisfatto sufficientemente da una dieta vegetariana.
Mangiare vegetariano per alcuni non implica rinunciare al pesce. Altri, che eliminano carne e pesce, non escludono invece le uova.
Vegetariano si può
La scelta di mangiare vegetariano è abbracciata da moltissime persone già da diversi decenni. Per alcuni può essere una fase, per altri diventa impossibile tornare sui propri passi, e reintrodurre cibi animali nella propria alimentazione.
Quando, negli anni ’70 dello scorso secolo, si sono diffuse le filosofie orientali, lo stile di vita “hippie”, il pacifismo e la non violenza, per molti è diventato automatico rivedere le proprie abitudini alimentari, escludendo la carne.
Dopo un periodo “selvaggio”, in cui la sperimentazione non supportata dall’informazione può aver generato diversi problemi, lo stile alimentare vegetariano ha trovato supporto medico, diventando pienamente accettato e in molti casi suggerito anche dalla scienza cosiddetta “ufficiale”.
Molti sono i testi pubblicati che aiutano chi vuole incamminarsi verso questa modalità nutritiva, a orientarsi.
In molti casi, non solo una persona adulta può scegliere di diventare vegetariana e sapersela cavare egregiamente senza sviluppare alcuna carenza, ma addirittura è possibile oggi scegliere di crescere i propri figli in regime vegetariano.
L’idea di alimentare i bambini senza dargli la “ciccia” scandalizza ancora moltissimo. Eppure, è più che provato che il percorso sia possibile senza provocare alcun danno nella crescita.
Naturalmente, a patto di conoscere bene gli alimenti che devono essere inseriti in sostituzione della carne, per non far mancare effettivamente nulla all’organismo che cresce e che deve sviluppare armonicamente – senza carenze nutritive.
Secondo Luigi Proietti, medico chirurgo specializzato in pediatria, con le dovute precauzioni la dieta vegetariana è di gran lunga preferibile nei primi anni di vita, laddove l’abitudine al consumo compulsivo di generi alimentari industriali – come le famose “merendine” – può produrre danni assai maggiori, vedi obesità infantile et similia. Per saperne di più, Proietti ha scritto un libro dal titolo chiaro: “Figli vegetariani. Come allevare i figli dall’infanzia all’adolescenza con la dieta vegetariana e vegana” edito da Sonda Edizioni.
Vegano, uno step in più
La scelta vegetariana diventa rigidamente intesa nell’accezione vegana.
Il vegano infatti non solo non mangia carne, pesce, uova, ma non consuma nemmeno alcun alimento di origine animale. Spariranno dalla dieta vegana dunque anche prodotti come il burro e i formaggi, il latte, ma anche il miele – derivato dalle api.
La scelta vegana inoltre, contempla anche altre “rinunce”, come quella del consumo di zucchero. Non importa se biologico, di canna, grezzo o quant’altro: lo zucchero è bandito, in favore di dolcificanti come la Stevia, una prodigiosa pianta dolcissima che può sostituire in toto lo zucchero, ritenuto veleno allo stato puro.
Certamente la scelta vegana è più estrema! Per chi sceglie lo stile vegano, la visione è molto più radicale, coinvolge i processi produttivi e le scelte di vita anche in termini filosofici, spirituali, politici.
Il vegano è spesso ritenuto un integralista, come tale rigido e intransigente.
Come in tutte le cose ovviamente, si tende a generalizzare e a estendere il carattere rigoroso della scelta anche alla persona che la compie.
In realtà, ci sono vegani amabilissimi e tolleranti. Sono probabilmente la maggioranza, oscurati però dai più severi sostenitori del veganismo, spesso giudicanti e intolleranti. Costoro conseguono spesso l’obiettivo esattamente opposto a quello di risultare convincenti, che magari si erano prefissi.
Perché mangiare vegetariano?
Possiamo sviscerare la questione da diversi punti di vista per cercare di dare una risposta a questa domanda. Molti si pongono davanti alla possibilità di una scelta ma, pur essendo attratti dalla prospettiva, finiscono per non avere la determinazione per farlo.
Anche se oggi è molto più accettata di un tempo, la scelta vegetariana continua a non essere completamente sostenuta dal “sistema”. La voce che continua a frullare nelle nostre teste, quando stiamo per compiere il passo verso il regime vegetariano, è che la carne sia necessaria, che andremo incontro a squilibri, a problemi di salute e anche a problemi organizzativi…
Questa voce, che chiameremo “condizionamento” ha, in effetti, i suoi motivi, ma in gran parte non sono di natura scientifica o medica ma piuttosto economica.
Infatti, uno dei fattori più importanti che sottendono alla scelta di diventare vegetariani è proprio quello di opporsi a un sistema economico che oggi appare non più sostenibile, non solo privo di senso ma anche altamente dannoso.
In riferimento alle tematiche del cosiddetto “climate change”, sono emersi dati e informazioni che la gran parte della popolazione non conosceva affatto, non solo sulla crudeltà degli allevamenti intensivi, ma anche sui consumi, gli sprechi e la produzione di inquinamento di livello massivo.
L’equazione per cui una parte pari quasi alla metà dei terreni agricoli mondiali sia utilizzata per produrre cibo per gli allevamenti intensivi di bovini e ovini, appare piuttosto insensata, considerando quanta parte di popolazione si potrebbe sfamare destinando gli stessi terreni a coltivazioni agricole vegetali.
L’allevamento intensivo inoltre veicola una sorta di avvelenamento da antibiotico sempre più difficile da arginare. L’uso di terapie antibiotiche per mantenere i capi di allevamento in buona salute alza continuamente l’asticella, perché come è noto, l’antibiotico tende a sviluppare resistenza, trasmettendo questa resistenza anche all’uomo consumatore di carne.
Infine, last but not least, da una stima della FAO, la produzione di gas serra inquinanti proviene per il 18% dai gas derivanti dagli allevamenti intensivi, superando persino il settore dei trasporti (13,5%).
Questi motivi sarebbero già sufficienti a dirottare verso un’alimentazione vegetariana.
Ma possiamo aggiungere anche altre argomentazioni etiche, legate alla non violenza, ai paradossi della nostra società evoluta e globalizzata che, se da una parte crea un mercato di bisogni che rasentano il ridicolo come boutique, SPA, ristoranti dedicati a gatti e cani, continua a cibarsi con la massima indifferenza di maiali, agnelli, polli.
Quindi, a meno di non creare un circuito virtuoso dove l’autoproduzione riesca a rispondere agli stretti bisogni di una cerchia familiare, che consuma solo il necessario (sullo stile di Captain Fantastic, l’utopico film di di Matt Ross del 2016), o di tornare a fare i cacciatori lottando a tu per tu con il bisonte, la scelta vegetariana propone una strada consapevole piena di significato.
Mangiare vegetariano costa di più?
Una delle tecniche più subdole del mercato per indurre al consumo di “junk food”, è offrirlo a prezzi irrisori. Per la stessa logica, chi vuole mangiare vegetariano ma ha un’economia da tenere sott’occhio, viene enormemente scoraggiato dai costi del cibo specializzato.
Eppure, anche quest’ultimo ostacolo può essere aggirato da una corretta informazione e da una buona organizzazione.
Partendo inoltre dall’assunto che nella società occidentale si mangia molto di più di quanto non sia effettivamente necessario al benessere, un principio estremamente sano da introdurre nel nostro stile di vita può essere quello di sostituire il concetto di quantità con quello di qualità.
Compreremo quindi un po’ di meno, magari, ma mangeremo meglio.
Di base, come ci suggerisce facilmente la logica paragonando il costo di un chilo di fagioli con quello di un chilo di bistecche, mangiare vegetariano non è obbligatoriamente una scelta riservata ai più abbienti, ma richiede solo – magari esclusivamente nei primi tempi – maggiore attenzione e una nuova organizzazione della dispensa.
Mangiare vegetariano al ristorante
Anche nella ristorazione, la proposta vegetariana o vegana si sta ritagliando un posto sempre più significativo.
Un’offerta di cibo vegetariano nel menu è spesso un’alternativa attraente a prescindere dalle proprie scelte in generale.
Per chi ha scelto questa strada, ma anche per chi vuole mantenersi leggero per un periodo (o soltanto per una cena!), poter scegliere “veggie” a tavola è un plus molto apprezzato.
Fine Food Group ha dunque selezionato nel suo catalogo una serie di prodotti che vanno incontro a questa esigenza. Tra le categorie speciali del catalogo online infatti è possibile trovare due particolari pulsanti dedicati, uno per il vegetariano e uno per il vegano. Naturalmente molti prodotti coincidono, ma era giusto e necessario differenziare nel rispetto della specificità del regime alimentare prescelto.
In particolare nell’esame degli ingredienti, nella categoria vegana sono esclusi tutti i prodotti che abbiano tra i propri ingredienti componenti di derivazione animale.
Intere categorie sono naturalmente adatte alle diete vegetariane, come la categoria Frijoles & beans, o la categoria Chiles – che racchiude tutte le tipologie di peperoncini messicani, di vario formato e stato, o quella Seasonings & spices, condimenti e spezie.
Ma la cosa più importante che il catalogo Fine Food Group propone ai locali che vogliono dotarsi di un menu vegetariano o addirittura vegano, sono le proposte di appetizers e di secondi.
In queste categorie, i prodotti che si possono inserire per rispondere alle esigenze dei clienti vegetariani sono davvero molte, e tutte gustose e convenienti.
Pane e dolci per un’alimentazione vegana
La categoria Bakery del catalogo Fine Food Group è da considerarsi tutta adatta alla dieta vegetariana, ma non così per chi segue un regime vegano. Bisogna infatti escludere quei prodotti che tra i propri ingredienti riportino elementi di origine animale, come il burro.
Esclusi dalla scelta vegana sono quindi i seguenti prodotti:
- Rock & Roll Bread;
- Corn Mum Grain Bun;
- Carre Bianco;
- Homestyle Burger Bun;
- Cloud Slider;
- Gourmet Bun Precut 11-13 cm;
- Cloud Bun Precut 10-12 cm;
- Sesame Wurstel Bun;
- Ciccio Bun Precut 9cm;
- New Sesame Wurstel Bun;
- Wurstel Bun Plain.
Tra le Tortillas, tutti gli articoli presenti possono essere inclusi nel regime vegano.
Anche per quanto riguarda i dolci, nella categoria Dessert e in quella Sweet Bakery tutte le referenze sono vegetariane ma solo alcune potranno essere annoverate tra le vegane. È il caso della Vegan Apple Pie, una ricetta del tradizionale dolce americano realizzata senza l’utilizzo delle uova e pertanto certificata vegana.
È promossa a pieni voti la categoria American Potatoes, i cui items sono tutti privi di ingredienti di origine animale e si prestano ad essere inseriti anche nel menu vegano.
Stesso dicasi per la categoria Avocado, mentre per la categoria Cheese & Sour cream, tutte le referenze sono ovviamente vegetariane ma non vegane.
Gli appetizers vegani e vegetariani
Anche in questo caso, nella categoria Appetizers del catalogo Fine Food Group, tutti i prodotti sono da inserire in una proposta vegetariana. Mentre solo alcuni, quelli privi di formaggio o altre sostanze di derivazione animale, possono considerarsi vegani.
Sono i Beer battered onion rings, in vari formati, e Pepperoni rings, due gustosi appetizers realizzati esclusivamente con prodotti vegetali, i due stuzzichini vegani.
Sfiziosissimi, i Vegan triangle di Salomon sono appetizer vegani perfetti.
Tra le specialità messicane pronte, il burritos veggie e il Tamal queso y rajas sono due prodotti vegetariani (ma non vegani!).
Cipolle caramellate, funghi champignon, insalate Coleslaw e Red cabbage, insieme a tutti gli altri articoli della categoria Vegan, veggie e vegetarian sono – ça va sans dire – inclusi tra i prodotti col segno più.
I secondi piatti vegetariani e vegani
La scelta di secondi piatti adatti al menu vegano e vegetariano nel catalogo Fine Food Group non solo è ampia, ma soprattutto è di elevata qualità.
Fiore all’occhiello tra le proposte adatte alla cucina in stile americano e Tex-Mex, il burger che ha rivoluzionato il mercato: il Beyond Meat Burger.
Questo hamburger nasce da una ricerca mirata a creare un prodotto ottenuto esclusivamente da materie prime vegetali, che si presentasse come un hamburger tradizionale – quindi di manzo.
L’aspetto del Beyond Meat Burger infatti è molto simile a quello di un burger di carne, per consistenza, colore e perfino odore. Ma scandagliando i suoi ingredienti e le sue specifiche tecniche, scopriremo che è fatto con barbabietola, patata, piselli e altri ingredienti del mondo vegetale.
E non basta: Beyond Meat Burger non utilizza prodotti geneticamente modificati, come la soia, non contiene glutine ed è più ricco in proteine del suo cugino di carne bovina.
In questo modo, Beyond Meat Burger è in grado di accontentare i nostalgici della carne, apportando gusto e sapore – qualità desiderabili – evitando le qualità “indesiderabili”, come per esempio il maggior apporto di colesterolo proveniente dalla carne.
L’azienda produttrice di questo innovativo burger, attenta non solo all’aspetto puramente gastronomico ma anche a quello etico e ambientale, ha inventato anche il Beyond Sausage, che come il burger, è fatto di soli ingredienti vegetali, nella forma dell’hot dog. Con le salse tradizionali e un Sesame würstel bun, non ci sarà motivo di rimpiangere il buon vecchio hot dog newyorkese…
Ma il Beyond Meat Burger non è l’unico burger vegetale in catalogo. Le proposte sono ancora molte!
Dall’ottimo Moving mountains, composto da un mix unico di ingredienti semplici ma ben studiati, come proteine di piselli e grano, cocco e funghi – anch’esso pensato per non far rimpiangere nemmeno per un secondo l’hamburger di carne – agli squisiti burger vegan e veggie, prodotti da Salomon, la scelta per rifornirsi di proposte vegane e vegetariane è davvero ampia.
La Vegan cotoletta, a base di carote, peperoni, piselli, mais, cipolle e porro, con proteine di frumento e fiocchi di patate, è un’altra proposta di secondo piatto vegana e vegetariana.
Anche gli hamburger di melanzane o quelli di semi di zucca e girasole (Multi-seeds vegan burger), sono totalmente vegani, ottime alternative di secondi piatti; come pure i mini-burger di carota e zucca e quelli ai broccoli e kale di Kioene, ricchissimi di sapore e versatili per tantissime ricette, dall’appetizers al secondo piatto.
Fine Food Group seleziona il meglio
Pur non essendo un’azienda specializzata nel vegano e nel vegetariano, e avendo un catalogo ricco di proposte di altro genere, anche per la scelta di mangiare – o di far da mangiare per una clientela che preferisca il “Green” – Fine Food Group è all’avanguardia per quanto riguarda la ricerca e la selezione di alternative di qualità.
Sfoglia quindi con fiducia l’assortimento in catalogo e scopri i prodotti che ti incuriosiscono e che vuoi inserire nel menu del tuo locale!
Ricorda inoltre che Fine Food Group è un gruppo – come dice il nome – composto da un team di consulenti che possono seguirti, assisterti e consigliarti se stai pensando di dare una svolta veggie al tuo locale.