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Nuove abitudini, solita qualità

Come sono cambiate le abitudini degli italiani dopo questi duri anni di pandemia?

Forse è ancora troppo presto per dirlo, visto che purtroppo la condizione è ancora attuale e non sappiamo quanto tempo dovrà passare prima di poterlo considerare un ricordo lontano.

Di sicuro, nella contingenza e ancor di più nell’emergenza, si sono fatte strada alcune modalità di fruizione della ristorazione già in uso ma marginali, rispetto alla consueta ritualità del “mangiar fuori”.

Il piacere di mangiar fuori

Per mesi “fuori” è rimasto un concetto astratto… certamente durante i periodi di lockdown, il piacere di mangiare cucinato da qualcuno che lo fa per mestiere, di assaporare tipologie specifiche di cibi che non ci si prepara di norma in casa propria, o semplicemente il relax di non dover cucinare a pranzo e/o a cena sono rimasti come unici motivi per rivolgersi alla ristorazione, avendo dovuto completamente rinunciare a quanto attiene invece alla socialità, alla convivialità, al trovarsi in un ambiente diverso, spesso customizzato secondo il tipo di cucina servito. Insomma, andare a “mangiar fuori” è un rito che riguarda sì la voglia di assaggiare cose diverse da quelle mangiate a casa, ma che coinvolge moltissimo anche l’aspetto sociale, del guardare ed essere guardati, dell’immergersi in un’atmosfera e via dicendo.

Resta quindi l’esigenza di praticità, abbinata al piacere del gusto. Non cose da poco, intendiamoci!

Il piacere di mangiare a casa

Ordinare cibo che arriva a casa propria, oggi, dopo quasi due anni dal primo lockdown, è un’abitudine consolidata che si è estesa ben oltre la pizza, come si faceva già prima.

Le tendenze sono ben evidenziate dalle scelte dei colossi dei media: le piattaforme di streaming, prima tra tutte Netflix, ce lo mostrano molto chiaramente. Non solo sono ormai presenti nella maggioranza delle case o nei device personali di chiunque, con un’offerta spaventosa di contenuti, ma negli ultimi tempi è sempre più frequente poter vedere comodamente dal divano di casa anche film appena usciti nelle sale. E non parliamo di pellicole alla buona ma di veri capolavori del cinema internazionale e nostrano.

Quale tendenza ha la meglio?

È dunque finita la ristorazione tradizionale? Fortunatamente possiamo dire che non è assolutamente così.

Naturalmente ci sono dei distinguo da fare, anche molto sottili e profondi. Qui ci limiteremo a dire che i consumatori della ristorazione, in particolare nelle fasce d’età più giovani, non hanno nessuna voglia di rinunciare a quel piacere legato al trovarsi nell’ambiente giusto, di fronte al piatto desiderato, circondati da persone, insieme agli amici o ai partner – o a entrambi.

Potremmo perfino azzardare a dire che più di prima, l’esperienza estrema della pandemia ha risvegliato la voglia di vivere, di socializzare, di sperimentare la gioia di esistere. Nel rispetto delle regole, dunque, e adattando l’attività alle esigenze dell’emergenza sanitaria, ringraziando il cielo la ristorazione – quella del “mangiar fuori” – è viva e vegeta e ben lungi dal pericolo di estinguersi.

Tuttavia, molti locali hanno scoperto come accontentare quella parte di clientela che ha preso l’abitudine di godere di buon cibo proveniente dagli chef dei locali preferiti, restandosene a casa.

Il delivery che accontenta tutti

Sono tanti infatti i ristoratori che hanno aperto al delivery o al take away, molti già lo facevano e hanno solo potenziato l’organizzazione, altri invece hanno dovuto rivedere le proprie modalità, scegliendo se affidarsi alle numerose piattaforme già esistenti o se organizzarsi in proprio.

Noi di Fine Food Group abbiamo approfondito l’argomento già diverso tempo fa, con un webinar dedicato agli imprenditori della ristorazione nel momento clou, in cui il lockdown stava mettendo a dura prova le attività, con locali chiusi al pubblico e mille nuove misure da prendere per non rischiare di non riaprire i battenti.

Le cose vanno veloci e da allora molte cose sono già entrate nelle consuetudini degli italiani. Ma l’evoluzione dei costumi è così rapida da far invecchiare in poco tempo almeno una parte di quel che solo pochi mesi prima ci sembrava innovativo.

Tra queste, la fruizione dei social. Questa fetta di comunicazione è diventata così importante da poter fare in alcuni casi addirittura la differenza. Non basta più infatti, soprattutto per chi si rivolge a una clientela fatta per lo più di giovani, essersi ben organizzati per cucinare e portare il cibo a casa dei nostri clienti, ottimizzando costi, procedure, tempi e scelte delle materie prime. Oggi è di massima rilevanza anche comunicare tutto questo, e per farlo è necessario passare dai social.

Fondamentale saper comunicare ai propri clienti trasferendo suggestioni e carattere, informando al contempo sulle proposte, le novità, le occasioni.

I social ci aiutano a crescere

Certamente di questi tempi la possibilità di essere connessi attraverso i nostri device è un conforto irrinunciabile, laddove i contatti umani per forza di cose si sono assai complicati. È diventata un’abitudine per esempio, prenotare per riservare un posto al ristorante a fronte di un’improvvisata decisione di entrare in un locale e, se incontra i nostri gusti, di fermarsi a mangiare e magari fare una piacevole scoperta, che ci farà diventare clienti abituali. Oggi si curiosa sul profilo Instagram di un ristorante, prima di decidersi a prenotare un tavolo…

La tendenza è così in crescita che i social si stanno attrezzando per fornire servizi sempre più avvolgenti. Lo testimonia l’iniziativa del social TikTok, nato per i giovanissimi e cresciuto così tanto e così in fretta da essere ormai il veicolo dei filmati virali più in voga dell’intero pianeta. Nei prossimi mesi infatti, la piattaforma lancerà un servizio dedicato alle video ricette che si chiamerà TikTok Kitchen. Il servizio, che sarà attivo per il momento solo negli Stati Uniti, servirà per ordinare in modalità delivery la video ricetta che più avrà stuzzicato le papille gustative guadagnando maggiori visualizzazioni.

Vince, come sempre, il migliore

È importante, anzi importantissimo dunque, tenersi aggiornati, essere flessibili, sapersi aprire alle novità e al cambiamento. Dalle crisi, si sa, nascono le idee migliori, le vere innovazioni, e questa società di crisi in corso ne sta vivendo parecchie, tra cui la pandemia è solo una delle più acute ma non la più grave. Basti pensare al cambiamento climatico ed ecco che tutto diventa relativo…

Ma su una cosa siamo certi che sia necessario mantenere il punto, oltre ogni tendenza o esigenza dettata dal momento: la qualità.

Su questo aspetto, ci sentiamo proprio di dirti che puoi fidarti di Fine Food Group: un partner con l’occhio vigile su tendenze e novità, ma irremovibile sul concetto di eccellenza.